- 7 Settembre 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News, Dal Mondo

Il governo giapponese ha annunciato che inizierà a rivedere le norme fiscali sulle criptovalute per le società a partire dal 2023.
L’Agenzia per i servizi finanziari (FSA) e il Ministero dell’economia, del commercio e dell’industria (METI) rivedranno le modalità di tassazione delle imprese che utilizzano le criptovalute “allo scopo di favorire le startup”. Infatti la revisione della tassazione riguarda le startup cripto che emettono token per raccogliere fondi che vengono poi utilizzati per costruire l’azienda.
I regolatori affermano che il nuovo sistema prenderà in considerazione la possibilità di tassare le società che possiedono asset di criptovaluta, solo quando i profitti sono generati dalle vendite. Inoltre, affermano che le agenzie non vogliono ostacolare la crescita delle startup e scoraggiarle dal lavorare in Giappone.
Sembra che in Giappone ci sia stata una protesta da parte di molti gruppi di criptovalute, i quali hanno chiesto una riforma della tassazione del settore, soprattutto da quelle società che emettono token per raccogliere fondi, i quali chiedono una riforma fiscale con un’aliquota del 20%. I problemi individuati sono la mancanza di coerenza all’interno del sistema, la necessità di stabilire una presenza sul web3 e la facilitazione delle pratiche fiscali.
Attualmente il Giappone ha previsto un’imposta sulle società del 30% sulle criptovalute e la regolamentazione attualmente in vigore si ritiene potrebbe portare a una fuga di cervelli nel Paese.
I sostenitori di questi cambiamenti hanno anche affermato che il Giappone non è un luogo facile per fare affari. Molte società di criptovaluta operano in Paesi come Singapore e gli Emirati Arabi Uniti a causa della regolamentazione più accomodante.
Le autorità hanno esaminato le motivazioni addotte da queste società e sono consapevoli di non volere ostacolare l’innovazione e soprattutto, vogliono evitare un esodo di talenti.
Ricordiamo che recentemente in Giappone sembra si sia definitivamente abbandonato il progetto della CDBC, sia per problematiche tecniche, sia perché siamo davanti ad un sistema che interessa molto poco la popolazione.
Non appena si è entrati nella fase 2 del progetto sullo yen digitale, ci si è resi conto che la popolazione non avrebbe vantaggi di alcun tipo dall’introduzione di un sistema statale che sarebbe al tempo stesso un trasferimento enorme di poteri verso l’autorità centrale.
I giapponesi possono già pagare digitalmente e con costi molto bassi grazie ad un settore bancario privato molto efficiente anche a livello retail.