- 5 Maggio 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News, Dal Mondo

Nella parte finale dello scorso anno l’interesse relativamente agli ETF legati al bitcoin ha raggiunto un picco quando gli Stati Uniti hanno permesso un fondo basato sui futures, spingendo i prezzi del sottostante ad un massimo storico.
Un po’ di quell’ardore si è raffreddato insieme al prezzo del Bitcoin, che subisce anche la prospettiva di una politica monetaria della Federal Reserve molto più stringente relativamente ai tassi di interesse.
A fine marzo negli Usa la SEC ha rifiutato l’ennesimo ETF a replica fisica su Bitcoin proposto da Grayscale, il fondo privato più importante al mondo circa Bitcoin.
Ennesimo diniego da parte dell’Autorità di Controllo Usa dopo che quasi tutti i grandi gestori di fondi hanno proposto prodotti finanziari a replica fisica dal 2013.
Sembra che Grayscale sia pronta a tornare alla carica, questa volta però con il supporto del tribunale. Ma se negli Usa la posizione di Gary Gensler, a capo della agency sembra piuttosto netta, trova terreno un po’ più fertile invece in Canada e in Europa.
La novità più interessante da evidenziare proviene dall’ Australia, dove arrivano i primi ETF Bitcoin a replica fisica, imitato a breve da un altro ETF che invece replicherà Ethereum in uscita in contemporanea.
Il mercato australiano ha già ETF che seguono le azioni legate alle criptovalute.
Ricordiamo che il Cosmos Asset Management ETF replica in realtà l’ETF di Purpose che è quotato a Toronto.
Il nuovo prodotto darà accesso ad un portafoglio non sintetico e diviso per quote che avrà in cassa fisicamente dei Bitcoin.
Sarà 21Shares AG in collaborazione con ETF Securities a lanciare gli ETF e si ipotizza che si possa partire addirittura sul mercato il 27 aprile.
Particolare da non sottovalutare, sarà Coinbase ad offrire il cold storage dei bitcoin che saranno detenuti dal fondo, garantendo un ulteriore livello di sicurezza per chi vorrà acquistare il prodotto finanziario.
L’Australia negli ultimi giorni ha visto il senatore Andrew Bragg prossimo a presentare al Parlamento un disegno di Legge che contempli riforme per le licenze del mercato crypto, la custodia, le organizzazioni autonome decentralizzate (DAO), il debanking e la tassazione. Lo Stato non può prescindere da una disciplina seria e attenta che possa contemperare le differenti professionalità operanti nel Paese che, ricordiamolo, vanta un elevato tasso di adozione con il 22,9% degli australiani che possiede criptovalute.