AUSTRALIA, PASSI AVANTI PER LA CBDC

Un recente sondaggio della Banca dei Regolamenti Internazionali ha rivelato che il 90% delle banche centrali a livello globale sta lavorando ad una moneta digitale emessa da una banca centrale. Alcune sono ancora in fase di ricerca. Altre sono in fase pilota ed addirittura alcune sono già state lanciate per l’uso all’ingrosso o al dettaglio. 

Il governatore della banca centrale australiana Phillip Lowe ha dichiarato a metà luglio  in occasione di un evento del G20 che i token privati regolamentati potrebbero essere migliori delle valute digitali della Banca centrale.

Il capo dell’Autorità Monetaria di Hong Kong, che si è unito a Lowe in un panel all’evento del G20, affermando che la regolamentazione di questi token privati è fondamentale per affrontare i rischi posti dalla finanza decentralizzata.

Esempi di token emessi privatamente sono USDT emesso da Tether, USDC emesso da Circle e il Pax Dollar emesso da The Paxos Trust. La regola prevede che gli emittenti di token privati devono detenere riserve che consentano la fornitura di un dollaro USA per ogni token riscattato.

Ma dopo il fallimento della stablecoin TerraUSD, le autorità di regolamentazione sono diventate inquiete nei confronti delle stablecoin, soprattutto della variante algoritmica.

Secondo il governatore Australiano quindi i token privati sarebbero più efficienti ed innovativi e quindi le banche centrali dovrebbero concentrarsi su quelli, anche perché i progetti di valute digitali di stato sono progetti molto dispendiosi.

Ma le cose cambiano rapidamente e anche radicalmente, tanto che la Banca Centrale Australiana ha confermato il proprio interesse a creare una versione digitale della propria valuta.

La RBA ha infatti annunciato che insieme al  Digital Finance Cooperative Research Center (DFCRC) collaborerà per dare luogo a  studi preliminari circa l’emissione di una CBDC. 

Il programma avrà durata di 12 mesi e l’impegno congiunto ha come obiettivo quello di determinare i vantaggi economici del lancio di una valuta digitale, considerando al contempo i potenziali svantaggi di questa iniziativa.

Questo progetto rappresenta un importante passo avanti nella nostra ricerca sulla CBDC“, ha dichiarato Michele Bullock, vice governatore della RBA. “Non vediamo l’ora di confrontarci con un’ampia gamma di operatori del settore per comprendere meglio i potenziali vantaggi che una CBDC potrebbe portare all’Australia“.

Nel corso del programma, ruolo nevralgico avranno gli operatori del settore che, sulla base della loro esperienza potranno suggerire, o addirittura sviluppare, casi d’uso specifici che dimostrino come una CBDC potrebbe essere utilizzata per fornire servizi di pagamento e regolamento innovativi e a valore aggiunto a famiglie e imprese.

La RBA e la DFCRC avranno la facoltà di selezionare i casi d’uso che parteciperanno al progetto pilota. Anche il Tesoro australiano svolgerà un ruolo come membro del comitato direttivo, sulla base delle sue precedenti ricerche sulla possibilità di un CBDC.

Australia con i fatti cerca di portarsi avanti nei progetti digitali e risulta sempre nei primi cinque posti dei Paesi più crypto friendly.