BANCO GALICIA OFFRE LE CRIPTO AI SUOI CLIENTI E VIENE BLOCCATA

A marzo l’Argentina ha definito un accordo con il Fondo Monetario Internazionale per la ristrutturazione del debito di Buenos Aires, dove sarebbe stata inclusa anche una clausola contro le criptovalute, ormai sempre più diffuse nel paese. 

Con le casse pubbliche in grande difficoltà, il Paese ha dovuto richiedere l’intervento del FMI per un prestito 45 miliardi che rappresenta quindi un importo davvero importante, oltre che una fetta maggioritaria del debito che il paese ha verso l’estero. 

La clausola fa sorridere perché “il governo al fine di favorire la stabilità finanziaria, scoraggerà l’utilizzo di criptovalute per tagliare riciclaggio di denaro e economia informale. Allo stesso modo la digitalizzazione dei pagamenti godrà di incentivi e sarà offerta ulteriore protezione al consumatore finanziario”.

Ma vediamo cosa è successo negli ultimi giorni in una serie di azioni distoniche rispetto ai precetti impartiti: a Buenos Aires l’amministrazione inizierà ad accettare in pagamento per le imposte locali anche le criptovalute. L’exchange utilizzato convertirà istantaneamente in Peso le monete digitali che riceverà.

Ma le iniziative favorevoli al settore crypto continuano in un Paese davvero avanti nella conoscenza con i cittadini proiettati al futuro e, quasi disattendendo il monito del FMI, Banco Galicia, una delle più importanti banche di Buenos Aires, ha iniziato ad offrire alla sua clientela il servizio di compravendita di criptovalute. 

Parliamo di un colosso finanziario con 4 milioni di clienti, distribuiti tra privati e i grandi gruppi del Paese, con oltre  600 filiali.

Le cripto supportate sono Bitcoin, Ethereum, Ripple e USDC, non tantissime, ma il segnale lanciato da una Banca così grande risulta davvero eloquente, in un Paese con problematiche acclarate e con i fallimenti del debito pubblico all’ordine del giorno.

Ma queste attenzioni favorevoli al settore digitale hanno provocato l’intervento a gamba tesa della Banca Centrale Argentina la quale ha immediatamente proibito alle banche di permettere ai propri clienti di acquistare direttamente cripto asset.

La giustificazione? Ancora una volta il mantra del FMI, ovvero garantire sicurezza e stabilità che il settore crypto metterebbe a repentaglio. 

Aspettiamo gli eventi, ma non possiamo sottovalutare l’avanzata dell’intero comparto, in particolare in quei paesi che sono maggiormente falcidiati dall’inflazione e nei quali le cripto e Bitcoin possono costituire una valida alternativa alla valuta locale anche e soprattutto come riserva di valore.

Ricordiamo che sempre in America del Sud anche Rio de Janeiro a partire dal 2023 accetterà le criptovalute per il pagamento delle imposte locali.