- 4 Maggio 2020
- Posted by: Curatore
- Category: Cryptovalues News, Settore Imprese
Un white paper, un computer, una connessione Internet e un importante software: ecco come è iniziato tutto nel mondo Bitcoin tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009.
Bitcoin è partito senza capitali di ventura, senza fuochi d’artificio, niente. È certamente uno dei protocolli più interessanti e longevi degli ultimi anni, un’innovazione che nel mondo di Internet non ha eguali.
Il 2020 sembra l’anno in cui Bitcoin e il mondo delle criptovalute e dalla blockchain siederanno al tavolo dei grandi.
Ogni attore del settore che è qui da diverso tempo sa quanto sia importante essere riconosciuti come una delle principali alternative del settore finanziario dai player riconosciuti.
È necessario uno sforzo della comunità per affrontare l’attuale incertezza normativa che costituisce il più grande ostacolo all’innovazione nel settore finanziario. Il 2020 sarà l’anno in cui le aziende che pensano a lungo termine costruiranno un vantaggio competitivo lasciandosi riconoscere come attori privilegiati dai regolatori.
A tal proposito, ricordo con piacere il primo public hearing che ha avuto luogo a Montecitorio sul tema dei rischi, delle promesse e delle opportunità delle criptomonete convocato dall’ex On. Boccadutri.
L’evento si è tenuto il 26 giugno 2014 presso la Sala Aldo Moro della Camera dei Deputati. Si trattava di una prima volta assoluta durante la quale personalità internazionali, istituzioni, imprese e nuovi imprenditori hanno potuto confrontarsi sulle prospettive del Bitcoin nell’economia reale nel medio-lungo periodo.
Ero con quelli che oggi sono amici e competitor che, appunto, dal 2014 cercavano di far percepire alla classe politica e all’opinione pubblica il potenziale della nostra industria: Gabriele, Giulia, Gian Luca, Piero, Dave, Luca, Federico…
L’entusiasmo di quell’evento sembrava dare il via a una visione lungimirante da parte della classe politica nel momento in cui eravamo davvero in pochi a capire cosa fosse un Bitcoin. Abbiamo avviato associazioni, abbiamo partecipato a tanti altri dibattiti, ci siamo mossi su più fronti e, nel frattempo, abbiamo continuato a lavorare. Nonostante tutto ciò la nave non ha mai abbandonato il porto.
Finalmente, nel 2017, durante il ministero Padoan viene inserita la norma dei cosiddetti Cambiavalute Virtuali di cui però, a distanza di tre anni, mancano i decreti attuativi.
Nuovo cambio di governo, nuovi programmi e con il ministro Di Maio arriva la chiamata dei 30 esperti della blockchain che, purtroppo, per motivi vari non sono stati messi nelle condizioni di poter produrre linee guida utili ed efficaci per la nostra industria.
Insomma, oggi ci troviamo ad affrontare una delle crisi sanitarie ed economiche più importanti degli ultimi 100 anni e non sappiamo se l’economia collassando e non riprendendosi porterà a una recessione o ancor peggio a una depressione.
Noi, piccoli imprenditori della blockchain abituati alla resilienza del Bitcoin, siamo ancora qui a generare valore, combattendo giorno per giorno nonostante il nostro campo da gioco cambi di continuo, senza mai venire definito del tutto.
Essendo abituati al mondo digitale non abbiamo avuto grandi difficoltà a effettuare un rapido switch al remote working.
Siamo talmente abituati al nostro settore operativo tutti i giorni h24 che il passaggio al “nuovo” modo di lavorare non ci ha né fermati né rallentati.
Il problema è che siamo pochi attori e pochi player all’interno di un’industria che manca di riconoscimento.
Oggi tutti parlano di Bitcoin e Blockchain in Italia e, se ciò è possibile, è anche merito nostro.
Se nel 2014, grazie alla visione di alcuni legislatori, la politica avesse investito un po’ del suo prezioso tempo alla creazione di un ecosistema sicuro ed efficiente per la nostra industria, oggi tante persone sarebbero coinvolte e produttivamente attive, non peserebbero sulle casse dello Stato e continuerebbero a generare ricchezza anche in questo estremo momento di difficoltà.
Noi ci siamo, lavoriamo, abbiamo contribuito nel nostro piccolo in varie occasioni a mostrare come Bitcoin e la blockchain possano essere usati per fare del bene.
Nel 2014 l’Italia era in rampa di lancio per essere riconosciuta come un modello globale: peccato che, la mancanza di condizioni fertili e regole chiare ha portato molte start-up e molte aziende del settore a uscire dai nostri confini.
È una storia già vista in altri settori di eccellenza dell’industria italiana: oggi 2020, sedendoci nuovamente al tavolo dei grandi, sono sicuro che solo una cosa è possibile tornando al dialogo con le istituzioni ed è la possibilità di generare lavoro e reddito in uno dei settori che, nonostante la crisi, cresce a ritmi elevati.
Andrea Medri Founder and CFO – The Rock Trading