- 18 August 2018
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News
L’obiettivo è dialogare con le istituzioni per far capire opportunità e rischi.
Nasce il Consorzio Italiano per fare lobbing.
Si chiama Cryptovalues ed è un consorzio italiano che mira a supportare e diffondere la cultura e l’informazione sui bitcoin, le criptovalute e la blockchain: l’iniziativa parte dai fondatori di The Rock Trading, una delle maggiori (nonché una delle più longeve) piattaforme per lo scambio di criptovalute anche con euro in Europa.
La società si è trasferita in Italia da Malta e ora èa alla guida di questo gruppo.
“Abbiamo 4 obiettivi – spiega Andrea Medri, socio e fondatore di The Rock Trading con Davide Barbieri – per riuscire a creare e supportare una nuova industria di altro livello in Italia. Partiamo al pari rispetto al resto del mondo, siamo avanzati in questo campo tanto per la qualità delle persone coinvolte nel campo che per la competenza e la leadership in ambito bitcoin e blockchain. Si potrebbe fare molto”.
Il primo obiettivo è quindi riuscire a dialogare con le istituzioni: dal legislatore alla vigilanza passando per le authority.
“Bisogna creare sistema e industria senza però chiudere gli occhi davanti ai problemi della sicurezza al riciclaggio e la criminalità – spiega Medri -. Dialogare significa fa capire di cosa si tratta, saperlo spiegare.Ovviamente in modo trasparente”. In altre parole si cercherà di fare lobbying.
“Ci iscriveremo anche al registro della Commisione Europea dei soggetti portatori di interesse. Gran parte della partita di gioca, infatti, a livello europeo”.
Altro obiettivo è la formazione: l’idea è avviarla a tutti i livelli, sia istituzionale che finanziario che per le persone comuni.
“Un modo di comunicare le opportunità ma anche i rischi – spiega Medri – e che implicherà coinvolgimento e relazioni con il mondo accademico e le università”. Molti atenei in Italia, hanno già attivato corsi e master che si occupano di tecnologia blockchain e bitcoin. In ultimo, l’individuazione dei progetti di applicazione reale della blockchain da finanziare e supportare, soprattutti tra i più giovani: “L’applicazione di questa tecnologia – spiega Medri . è ancora limitata, se ne parla tanto come soluzione universale a tutti i mali ma i progetti seri ed efficaci sono ancora pochi”.
A far ben sperare, in Europa, l’arrivo nei mesi scorsi della quarta della quinta direttiva sull’antiriciclaggio che ha in parte normato anche le transazioni e le piattaforme che fanno trading di criptovalute: dall’obbligatoria identificazione e registrazione alla segnalazione delle operazioni sospette. Se finora, nonostante tutto, il bitcoin è sopravvissuto è perché – seppur magari non in modo palese e ufficiale – istituzioni e organi di vigilanza si sono comunque sempre interessati al fenomeno.
“Nonostante tutti dicano il contrario – spiega Medri – credo che il dialogo sia possibile. A tutti i livelli si trovano persone disposte ad ascoltare, anche perchè l’obiettivo è creare lavoro e portare investimenti esteri. L’esempio è il Giappone: se lo 0,3% del Pil dipende da questa industria, vuol dire che forse qualcosa di buono c’è. Noi ci proviamo: se poi non dovessimo riuscirci, allora ce ne andremo altrove”.
Le premesse sono buone: trasparenza prima di tutto.
” E’ un discorso che abbiamo sempre fatto: servono regole. Le valute tradizionale sono regolamentate, si può discutere di come lo siano ma lo sono. Se quindi le vogliamo utilizzare ad esempio per fare trading con moneta Fiat, vanno seguite le regole e non ci si può esimere”.
Diverso è il discorso , invece, se si parla di sole criptovalute:
” in questo ambito va invece trovato un equilibrio tra forme che lascino libertà e il necessario controllo contro la crinimalità e le truffe. E’ su questo ce si concentrerà il nostro lavoro, riusre a far amonizzare due realtà e aiutare a farlo comprendere”.
Virginia della Sala
*articolo pubblicato su il Fatto Quotidiano – 15 Agosto 2018