- 3 Maggio 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Banca, Cryptovalues News

A fine 2021 l’Australia ha sorpreso tutto il mondo crypto perchè apriva ai propri cittadini la possibilità di investire parte dei loro contributi previdenziali in criptovalute e considerando quanto il Paese sia proiettato nel futuro non è sembrato comunque un qualcosa di scandaloso.
Ricordiamo che il primo obiettivo di qualsiasi fondo pensione è quello di tutelare i consociati e i capitali che hanno versato.
Fare riferimento ad un asset volatile come Bitcoin, seppur con una percentuale minimale, rappresenta indubbiamente un’eccezione.
Ma non sarà solo l’Australia a proporre questa opportunità ai suoi cittadini perchè notizia degli ultimi giorni è che il gestore di fondi Fidelity, ora permette di introdurre Bitcoin nei 401(k), ovvero nei fondi pensione e di previdenza, consentendo ai sottoscrittori di avere una parte del proprio fondo pensione in valuta digitale.
Notizia che solo qualche tempo fa era inimmaginabile, perchè parliamo di un orizzonte temporale lunghissimo, addirittura più che decennale.
Preme evidenziare quanto stia cambiando lo scenario relativamente a bitcoin, il quale riscuote l’interesse non solo di investitori istituzionali, ma adesso anche di fondi pensione, che per natura sarebbero distanti dal mondo crypto, certificando una sorta di normalizzazione per bitcoin e altcoin.
Fidelity recentemente ha listato due ETP (che sono poi ETF mono-asset) sulla Borsa di Zurigo.
La quotazione prevede la replica fisica di Bitcoin e dunque acquisti spot direttamente a mercato per il fondo.
Grande differenza rispetto agli Usa dove la Sec continua a non autorizzare questa tipologia di prodotti e dove alcune società sarebbero pronte addirittura ad adire le vie legali per ricevere spiegazioni al diniego.