- 29 Marzo 2021
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Dal Mondo
Continuano le aperture nei confronti del mondo crypto, visto dagli istituzionali come un mezzo per ottenere performance ragguardevoli.
Settimana scorsa abbiamo parlato della banca americana d’affari Morgan Stanley, fondata nel 1935, la quale consente investimenti in moneta digitale per i clienti che hanno un patrimonio di almeno 2 milioni di dollari, perché considera bitcoin un asset adatto solamente a persone con “una tolleranza al rischio aggressiva”.
L’ulteriore limitazione è rappresentata dalla percentuale che si può destinare all’acquisto di criptovalute, che non può andare oltre il 2,5% del patrimonio netto totale dei singoli clienti.
La notizia che possiamo ritenere per certi versi sensazionale proviene dalla Nuova Zelanda, dove KiwiSaver Growth Strategy, un fondo pensionistico da 350 milioni di dollari gestito da New Zealand Wealth Funds Management, collocherà il 5% dei suoi asset in bitcoin.
Percentuale importante, se pensiamo a quanto siano attenti al rischio certe tipologie di investitori, soprattutto coloro che devono garantire e tutelare le pensioni dei sottoscrittori.
Secondo il Ceo del fondo, la motivazione sottesa a questa scelta è che
“Se investi in oro, non puoi proprio ignorare bitcoin,”
Gli acquisti della regina delle criptovalute da parte del fondo sono iniziati a ottobre, quando la quotazione si attestava intorno ai 10.000 dollari, per cui al momento la scelta si rivela assai vincente, che non potrà, visti i rendimenti, non trovare terreno fertile presso altre istituzioni stesso settore.