- 14 Luglio 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Banca, Cryptovalues News, Dal Mondo

Il primo ministro giapponese Fumio Kishida, in visita nel Regno Unito due mesi fa, ha sottolineato l’importanza di una risposta internazionale unitaria all’invasione russa dell’Ucraina. Tanto da affermare quanto sia importante mostrare alla Russia le conseguenze di un attacco al suo vicino, anche allo scopo di scoraggiare la Cina dall’attaccare lo Stretto di Taiwan, un’area considerata nevralgica per la stabilità internazionale.
Stati Uniti ed alleati stanno cercando di intensificare gli sforzi per isolare il Cremlino dall’economia globale.
Per questo motivo l’Agenzia giapponese per i servizi finanziari (FSA) ha ordinato a tutti gli exchange sotto la propria giurisdizione di interrompere qualsiasi legame residuo con la Russia, Attualmente in Russia operano 31 exchange con licenza FSA.
A marzo, l’FSA si è mossa per monitorare il movimento di beni appartenenti a qualsiasi entità sanzionata, in base alle nuove regole che inseriscono i beni digitali nel “Foreign Exchange and Foreign Trade Act del Giappone”.
La legge autorizza ora il governo giapponese a monitorare i flussi di fondi in entrata e in uscita alla ricerca di violazioni delle sanzioni.
Washington sta aumentando la pressione sul Giappone per colpire le imprese di criptovaluta autorizzate che operano in Russia, ma anche per evitare che l’energia elettrica a basso costo e le temperature fresche possano rendere Irkutsk, in Siberia, un luogo attraente per i minatori.
La regione di Irkutsk è piena di dighe idroelettriche costruite durante l’era sovietica, sotto il governo di Stalin.
Gli impianti erano inizialmente utilizzati per alimentare l’arricchimento dell’uranio per le armi nucleari, ma ora sono attrattive perché cercano di trarre profitto dalla tariffa residenziale di 0,0012 dollari per chiloWattora.
Il sollecito indirizzato dagli americani vuole colpire quegli exchange o quei miner che hanno creato società di comodo in altre nazioni per mantenere rapporti con i russi.
Anche il settore digitale non può quindi ritenersi estraneo dalla strategia comune di rendere sempre più inoffensivi Putin & C.