GOLDMAN SACHS AMPLIA OFFERTA CRYPTO E CITYGROUP APRE

Ogni settimana  spunta un’iniziativa delle varie banche d’affari Usa allo scopo di fornire servizi crypto, o di investire in aziende del settore, o in eventuali fondi in valute digitali, o di consentire la custodia di valute digitali.

Le più interessate si sono dimostrate Bny Mellon, la più antica banca americana, antesignana dell’innovazione, cui hanno fatto seguito Jp Morgan, Morgan Stanley e per finire Goldman Sachs.

Tutte hanno stabilito modalità e criteri di accesso per la propria clientela: BNY Mellon a febbraio ha annunciato la possibilità di custodire, trasferire ed emettere criptovalute per conto dei suoi clienti.

Morgan Stanley consente l’investimento in bitcoin solo ai clienti che hanno almeno 2 milioni di dollari in deposito, con una percentuale che non può andare oltre il  2,5% del patrimonio netto totale dei singoli clienti.

JPMorgan suggerisce un’allocazione bassa e non superiore all’1% a coloro che decidessero di inserire crypto nella loro dotazione.

Goldman Sachs ha recentemente aperto il crypto trading desk per i clienti assai dimensionati, che hanno un patrimonio di almeno 25 milioni di euro.

Qualche giorno fa ha iniziato ad offrire un nuovo prodotto di investimento basato su Bitcoin.

Si tratta di un derivato con la forma di contratto a termine non consegnabile e legato al prezzo di BTC.

Iniziativa svolta di concerto con “Cumberland DRW” che funge da partner commerciale.

Ma c’è una banca d’affari che non abbiamo mai citato nei nostri articoli e che adesso vuole entrare nel settore e possibilmente, farlo da protagonista.

Si tratta di Citigroup che attraverso il responsabile della divisione Forex, ha palesato il forte interesse da parte del grande gruppo bancario per il mondo delle criptovalute.

Sembra che la multinazionale americana possa attivare servizi di custodia e trading sulle principali criptovalute, con bitcoin ed Ethereum che saranno le prime ad essere disponibili per la clientela, specificando che si tratta di un servizio offerto, ma che non vedrà capitali dell’azienda investiti direttamente nella compravendita di crypto.