- 2 Aprile 2021
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News, Dal Mondo, Settore Imprese
Dopo Bny, JPMorgan e Morgan Stanley, Goldman Sachs apre all’acquisto di monete digitali.
Era metà febbraio quando Bank of New York Mellon, la banca più antica degli Usa, sollecitata dalla propria clientela “più influente” ha annunciato la possibilità di custodire, trasferire ed emettere criptovalute evidenziando una conversione alla modernità davvero notevole considerando che parliamo dell’istituzione bancaria più antica.
Qualche giorno fa, gli analisti della banca americana hanno pubblicato, a chiusura di questo mese, la loro valutazione di Bitcoin, basandosi sul modello stock-to-flow o S2F, partendo dall’assunto che non è possibile valutare tutte le crypto con i metodi tradizionali utilizzati per le valute fiat.
Ne deriva che se si cerca di valutare un bene, vuol dire che non solo c’è un palese interesse, ma soprattutto che quel bene sia stato concretamente “assimilato” ed introdotto nei meccanismi sottesi alle scelte di investimento di una Banca.
Sempre oltreoceano, Goldman Sachs, per non essere da meno rispetto alle concorrenti JPMorgan e Morgan Stanley, le quali recentemente hanno introdotto la possibilità di acquistare cryptomoneta, apre al mercato delle valute digitali con la volontà di offrire a breve termine un “accesso appropriato” ai clienti privati.
Morgan Stanley consente l’investimento in bitcoin solo ai clienti che hanno almeno 2 milioni di dollari in deposito, con una percentuale che non può andare oltre il 2,5% del patrimonio netto totale dei singoli clienti.
JPMorgan suggerisce un’allocazione bassa e non superiore all’1% a coloro che decidessero di inserire crypto nella loro dotazione.
Quali saranno quindi i limiti che Goldman Sachs imporrà ai propri clienti?