GRAYSCALE AFFILA LE ARMI PER EVENTUALE CAUSA CONTRO LA SEC

Dopo che la SEC ha rifiutato l’ennesimo ETF a replica fisica su Bitcoin, Grayscale si dichiara pronta a prendere la strada del tribunale, per portare davanti al giudice proprio le proprie ragioni.

Si tratterebbe di una prima volta per l’agenzia che negli USA si occupa di regolamentare i mercati, almeno nel campo cripto, dato che l’organismo si trova sempre o quasi dal lato dell’accusa, cosa che si è verificata con Ripple nella controversia legale che la vedrà con ogni probabilità soccombere.

Per questo motivo Grayscale Investments LLC ha assunto l’ex procuratore generale dell’amministrazione Obama per rafforzare la sua eventuale causa contro la SEC, Donald Verrilli, 64 anni, il quale ha discusso con successo due casi fondamentali per il governo degli Stati Uniti e rappresenta indubbiamente un profilo di prima fascia per cercare di trasformare il trust in un ETF a replica fisica. 

Il Ceo di Grayscale, Michael Sonnenshein, fa un passo avanti, prevedendo l’ennesimo rifiuto della SEC nella decisione attesa per il 6 luglio prossimo e dichiara che “tutte le opzioni sono sul tavolo“, mentre ancora più deciso è il responsabile legale del gestore di fondi Craig Salm che a Bloomberg ha dichiarato: 

“Siamo preparati a qualsiasi esito e se una delle opzioni è quella di intentare una causa contro la SEC, quale persona migliore di qualcuno che ha rappresentato il governo degli Stati Uniti come strategia legale?”

Tra le argomentazioni a supporto della propria tesi, i legali di Grayscale fanno riferimento all’Administrative Procedures Act, la quale sostiene essenzialmente che la SEC non può favorire una situazione e rifiutarne un’altra se entrambe le situazioni sono simili. Non potrebbe trattare in modo diverso gli ETF futures su bitcoin e gli ETF spot su bitcoin. 

Per contro Gary Gensler, attuale capo della SEC ha sempre giustificato il modus operandi dell’agenzia secondo il ragionamento che non riterrebbe sufficientemente sicuri questi strumenti fino a quando non ci saranno custody di carattere istituzionale al pari di quelli che abbiamo per l’oro.

L’oggetto del contendere è davvero importante perchè l’eventuale approvazione di un ETF a replica fisica avvicinerebbe alle criptovalute sia investitori retail, che anche grandi gruppi che vogliono un’esposizione diretta verso Bitcoin senza però le complicazioni della custodia.

La decisione del 6 luglio vede con le orecchie tese altri grandi gruppi come Fidelity e Van Eck i quali già nel recente passato hanno ottenuti dinieghi da parte della Sec e sono pronti a far valere le loro argomentazioni.