- 16 Marzo 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News, Dal Mondo

In Russia la situazione circa l’adozione delle monete digitali, come anticipato in articoli precedenti, risulta in continuo divenire.
Il conflitto in corso ha evidenziato l’utilità delle monete digitali per entrambi i protagonisti della contesa.
Negli ultimi giorni le dichiarazioni dell’ex presidente russo e attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev risultano davvero divergenti rispetto a quelle pronunciate dal Presidente della Banca nazionale Nabiullina.
Infatti pur comprendendo le ragioni della Banca, Medvedev ritiene che un eventuale divieto comporti effetti opposti. Ricordiamo che pochi giorni fa il Presidente Putin ha dichiarato che ci sarebbero dei vantaggi competitivi nel cosiddetto mining di crypto in Russia dovuti all’eccedenza di elettricità e la competenza del personale disponibile nel Paese.
Le parole tengono conto del fatto che la Russia è diventata uno dei posti più importanti dove avviene il mining di bitcoin, tanto che secondo i dati dell’Università di Cambridge aggiornati ad agosto 2021, la Federazione Russa detiene l’11,23% del totale dell’hashrate di bitcoin, cresciuto notevolmente dal 5,9 % di settembre 2019.
Meglio della Russia fanno Usa e Kazakistan considerati i lidi prescelti dai miner dopo il ban della Cina.
Spetterà al Parlamento russo trovare una soluzione con la Banca Centrale per trovare una posizione che possa contemperare esigenze differenti e determinare una proposta di regolamentazione che non può prescindere dal considerare che il popolo russo detiene monete digitali per un valore pari a 214 miliardi di dollari, pari al 12% dell’intero mercato mondiale delle criptovalute.
La Russia risulta inoltre il Paese, dopo l’India e gli Usa, con il numero più alto di detentori di valute digitali con oltre 17 milioni di persone ed è la seconda per percentuale con l’11,91% della popolazione dietro l’Ucraina con il 12,73%.
Il disegno di legge esistente, presentato dal Ministero delle Finanze prima dell’operazione militare in Ucraina, consentirebbe al mining di criptovalute di diventare un “nuovo tipo di attività economica“, distinguendo il cosiddetto “home mining” dal mining di criptovalute industriale.
Ricordando che le criptovalute sono state precedentemente bandite come forma di pagamento, Andrey Turchak, il segretario del Consiglio generale della Russia Unita ha suggerito che si potrebbe trovare una soluzione nell’idea che l’infrastruttura finanziaria digitale è una parte a tutti gli effetti del sistema finanziario”.
Se le soluzioni tecnologiche fossero sviluppate “entro la legge“, cioè senza debordare i confini, si fornirebbero strumenti nuovi e moderni ai cittadini russi.
Alla fine non ci sarà un ban, ma ci sarà tassazione. Finirà così: più facile e più redditizio.