- 28 Maggio 2021
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Cryptovalues News, Dal Mondo, Istituzionali
Da tempo sosteniamo la necessità di una regolamentazione, da parte del legislatore, del settore cripto perché trasparenza e chiarezza sono necessari per un corretto approccio a questa nuova industria.
La mancanza di una normativa nazionale costituisce infatti un freno per le nostre imprese, mentre non impedisce ai nostri cittadini di rivolgersi ad operatori esteri – piuttosto facilmente, utilizzando internet e smartphone – esponendoli a grandi rischi cui non sarebbero esposti se potessero rivolgersi ad un tessuto imprenditoriale italiano più strutturato, più ramificato sul territorio e soggetto ai presidi posti dalla nostra legislazione.
Allo stesso modo, la mancanza di una chiara normativa tributaria lascia spazio a dubbi interpretativi che rischiano di consentire arbitraggi fiscali e di alimentare futuri contenziosi, che l’introduzione di una specifica disciplina rimuoverebbe con un impatto positivo sul gettito erariale.
Negli Usa la quotazione di Coinbase ha rappresentato quasi una sorta di “accettazione” da parte della finanza tradizionale delle criptovalute che anzi, sta facendo di tutto per garantirsi una fetta del business con tutte le più importanti banche Usa pronte a finalizzare le procedure per fornire servizi di compravendita e assimilati ai propri clienti.
Notizia delle ultime ore è che il nuovo presidente della SEC, Gary Gensler, ravvisando un quadro normativo lacunoso del mercato delle criptovalute, ha dichiarato che vorrebbe per gli exchange crypto una regolamentazione simile a quella a cui sono soggetti ad esempio il Nasdaq o la borsa di New York (NYSE).
Il suo intervento prende spunto da quanto occorso in altri Paesi che prevedono una licenza per gli exchange che vogliono operare che poi sono sottoposti ad un quadro normativo ben preciso.
L’iniziativa della SEC potrebbe davvero proteggere e favorire gli investitori ad operare con maggiore trasparenza e con più garanzie.