LA SEC TEMPOREGGIA SULLA RISPOSTA PER L’EMISSIOME DEGLI ETF

La SEC  aveva promesso una risposta in merito all’emissione degli ETF per il 15 marzo, poi procrastinata al 17 giugno, lasciando intendere una ulteriore posticipazione.

Molti gli attori in attesa di ottenere un ruolo da protagonisti nella vicenda.

La volontà degli istituzionali di entrare nel mercato delle monete digitali continua ad essere dominante.

Molti hanno inoltrato richiesta alla SEC per poter emettere un proprio ETF su Bitcoin.

Fidelity, tra le più importanti società di gestione di fondi,  che opera da oltre 40 anni su tutti i mercati finanziari internazionali nell’ambito del risparmio gestito è una di loro seguita, a fine febbraio, da Morgan Stanley famosa e storica banca d’affari, che inoltrò analoga richiesta attraverso la “New York Digital Investment Group” con l’obiettivo di vendere al pubblico azioni con prezzo assimilabile al bitcoin.

La stessa BNY Mellon, la più antica banca americana, si è esposta in tal senso con una richiesta di emissione.

Il 17 giugno era soprattutto VanEck in attesa di una risposta, dopo aver scelto l’exchange Gemini come custodian dei BTC che saranno acquisiti per sostenere l’ETF ma, com’era prevedibile, la SEC ha deciso di prendersi dell’altro tempo prima di fornire una risposta definitiva.

La preoccupazione della SEC, che vuole garantire un’adeguata protezione degli investitori, riguarda le possibili manipolazioni dei mercati continua ad approfondire il tema, incoraggiando le persone interessate a fornire ulteriori commenti.

Gli ETF consentirebbero, ai piccoli investitori retail, di prendere posizione sui prezzi di BTC ma, se il prezzo potesse essere facilmente manipolato dai tweet di importanti influencer, questi strumenti finanziari potrebbero recare notevole pregiudizio ai piccoli investitori.

Comprensibile quindi che la SEC abbia deciso di prendersi ulteriore tempo prima di conferire su una decisione cosi importante.

Continueremo a monitorare la vicenda…