- 19 Aprile 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Banche Centrali, Cryptovalues News, Dal Mondo

Sembra che la diatriba tra il Ministero delle Finanze e la Banca Centrale relativamente a come gestire il settore delle valute digitali abbia finalmente un vincitore.
Ricordiamo che a fine 2021 durante una conferenza stampa, il governatore della Banca Centrale della Russia, Elvira Nabiullina, dichiarò che vietare le criptovalute nel paese sarebbe “abbastanza fattibile“, considerando l’uso frequente delle criptovalute per operazioni illegali e i rischi significativi per gli investitori retail.
Ma la reazione dell’ attuale vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Dmitry Medvedev non si fece attendere e dichiarò che pur comprendendo le ragioni della Banca, riteneva che, al contrario, un eventuale divieto avrebbe comportato effetti opposti.
Chi prende le decisioni, ovvero il Presidente Putin ha dichiarato che ci sarebbero dei vantaggi competitivi nel cosiddetto mining di crypto in Russia dovuti all’eccedenza di elettricità e la competenza del personale disponibile nel Paese.
Non si banna quindi, ma si regolamenta e la Legge che a breve disciplinerà il settore vede quindi vincitore il Ministero delle Finanze che è riuscito a imporre il suo punto di vista, avvantaggiato dall’evidente utilità che Bitcoin & C. hanno prestato nel conflitto.
Diventeranno legali i pagamenti in cripto, senza l’obbligo di accettarli da parte delle imprese, ma saranno previsti dei confini legali entro cui potersi muovere per Exchange, cittadini e miner.
Interessante quanto previsto per gli exchange che dovranno avere un capitale sociale di almeno 30 milioni di rubli (al cambio attuale circa 3,3 milioni di euro) mentre per le piattaforme di trading è previsto un capitale sociale di circa 100 milioni di rublo.
In aggiunta sono state previste regole molto severe per la normativa antiriciclaggio (AML) e quella che punta all’identificazione del cliente (KYC). E poi, similmente a quanto a breve accadrà nel nostro Paese, viene richiesta una presenza, ovvero una filiale che sia incorporata secondo le leggi di Mosca.
Per i miner è prevista una registrazione in apposito albo con una serie di obblighi legali a corollario e sembra che si farà riferimento ad una dimensione regionale, più diretta e vicina rispetto a quella attuale federale.
Ricordiamo che secondo i dati dell’Università di Cambridge aggiornati ad agosto 2021, la Federazione Russa detiene l’11,23% del totale dell’hashrate di Bitcoin, cresciuto notevolmente dal 5,9 % di settembre 2019.
Meglio della Russia fanno Usa e Kazakistan considerati i lidi prescelti dai miner dopo il ban della Cina.
Creata la regolamentazione, seguirà la tassazione delle plusvalenze.