RICHIESTA LICENZA IN FRANCIA PER I FORNITORI DI SERVIZI DI CRIPTOVALUTE

Era un provvedimento atteso dalla fine dello scorso anno e immediatamente con l’inizio del 2023, nel tentativo di anticipare le nuove leggi dell’Unione Europea, l’Autorità francese per i mercati finanziari (AMF) vuole obbligare le società di criptovalute a richiedere una licenza, se non sono già registrate nel Paese. In questa volontà si unisce a quanto sostengono da tempo la Banca Centrale e, soprattutto il Senato del Paese.

A novembre scorso il Ministro delle Finanze aveva confermato il desiderio che vorrebbe  la Francia rivestire un ruolo sempre più strategico in Europa tanto da dichiarare: “Vogliamo che la Francia sia l’hub europeo dell’ecosistema delle criptovalute” e circa il vecchio Continente così si era espresso:  “Vogliamo che l’Unione Europea diventi la prima zona economica al mondo per la strutturazione e l’organizzazione del mercato delle criptovalute“. 

In questa direzione Il Presidente dell’AMF Barbat-Layani sembra sostenere una mossa proposta l’anno scorso dal Senato francese, che obbligherebbe le società di criptovalute a cercare un riconoscimento normativo in previsione del nuovo regolamento dell’Unione Europea sui mercati degli asset crittografici (MiCA) entro il 1° ottobre 2023: “L’AMF, come il Parlamento, chiede di accelerare il passaggio a un regime di licenze obbligatorie per i fornitori non registrati di servizi di criptovaluta“, ha dichiarato.

Al momento molte Società si sono registrate, ma nessuna licenza è stata rilasciata volontariamente. 

La registrazione comporta controlli sulla governance delle società e sulla conformità alle norme antiriciclaggio, ma l’emendamento legale del Senato che richiede a tutte le società di criptovalute non registrate che operano nel Paese di richiedere una licenza è stato osteggiato dal governo francese e sarà discusso dalla Commissione Finanze dell’Assemblea Nazionale la prossima settimana, il 17 gennaio.

Attendiamo quindi le decisioni delle autorità transalpine che vogliono disciplinare il settore sia per mantenere un controllo, sia come passaggio obbligato per la tassazione.

Circa questo punto, il Ministro delle Finanze Le Maire recentemente ha dichiarato: “Vogliamo utilizzare l’anno 2023 per approfondire la nostra riflessione con le parti interessate, al fine di identificare se sono necessari nuovi adattamenti alla legislazione fiscale“, e sottolinea come non sia necessario ricorrere a quanto già previsto per il settore finanziario: “Un allineamento diretto con la tassazione delle azioni non è necessariamente un obiettivo auspicabile“.