- 26 Gennaio 2022
- Posted by: Cryptovalues
- Category: Dal Mondo

Russia e valute digitali, quante contraddizioni!
In Russia la situazione circa l’accettazione delle valute digitali risulta in continuo divenire e le dichiarazioni dei vertici politici generano confusione e spesso sono in contraddizione.
Non si procederà con il vietare le monete digitali, anche se non sono consentiti i pagamenti in crypto a seguito di una legge entrata in vigore a gennaio dello scorso anno.
Permesso quindi il trading purchè effettuato con exchange stranieri, senza preoccupazioni di eventuali azioni legali in patria. La dichiarazione del viceministro delle finanze della Federazione Russa, Alexey Moiseev, conferma questa impostazione:
“I cittadini russi possono avere un wallet aperto al di fuori della Federazione Russa. Ma se operano all’interno della Federazione Russa allora saranno soggetti a divieti, per lo meno nel prossimo futuro, a causa della nostra sovranità finanziaria.” Il viceministro ha poi aggiunto:
“I legislatori devono ancora definire correttamente le valute digitali e la tecnologia blockchain nel codice civile russo”.
Per contro, il 17 dicembre scorso, durante una conferenza stampa, il governatore della Banca Centrale della Russia, Elvira Nabiullina, ha dichiarato che vietare le criptovalute nel paese sarebbe “abbastanza fattibile“. Nabiullina ha citato l’uso frequente delle criptovalute per operazioni illegali e i rischi significativi per gli investitori retail.
Arrivando al 2022 e precisamente al 20 gennaio, la Banca Centrale della Russia ha proposto di vietare l’uso e l’estrazione di criptovalute sul territorio russo, citando le minacce alla stabilità finanziaria, il benessere dei cittadini e la sovranità della politica monetaria.
La banca ha proposto di impedire alle istituzioni finanziarie di effettuare qualsiasi operazione con le criptovalute e ha detto che dovrebbero essere sviluppati meccanismi per bloccare le transazioni volte a comprare o vendere criptovalute per valute fiat.
La Banca di Russia si è poi espressa sul mining: “La soluzione migliore è quella di introdurre un divieto di estrazione di criptovalute in Russia”, ha detto la banca, sostenendo che il crypto mining ha creato problemi per il consumo di energia.
Nel mese di agosto, la Russia ha rappresentato l’11,2% del “hashrate” globale che la porta ad essere il terzo player al mondo nell’estrazione di bitcoin, dietro gli Stati Uniti e il Kazakistan, anche se quest’ultimo potrebbe vedere un esodo di minatori per paura di una regolamentazione più stretta dopo i disordini all’inizio di questo mese.
Va da sè quindi che al momento, non si ritiene di accettare Bitcoin come sistema di pagamento, dato che potrebbe avere un impatto negativo sul sistema finanziario ed economico del paese. Anche se non viene disprezzata la possibilità di un rublo digitale che verrebbe ovviamente emesso dalla banca centrale, i cui rischi non sarebbero assimilabili a quelli delle crypto, tanto che è ipotizzabile una CBDC russa entro il 2024 (malgrado il rublo russo abbia perso il 44% rispetto all’oro negli ultimi quattro anni).
Ma in controtendenza con le affermazioni precedenti, la manifesta volontà del Paese di ridurre la quota del dollaro statunitense nelle riserve internazionali del paese e il suo utilizzo nella compensazione con partner esteri. Le parole del viceministro degli esteri russo, Aleksandr Pankin, lasciano poco spazio a fraintendimenti:
“È possibile sostituire il dollaro statunitense con altre valute, sia nazionali che regionali, oltre ad alcuni asset digitali nel lungo termine.”
Si pensa in questo senso ad espandere le riserve di yuan e all’aumento degli investimenti in oro, oltre quindi all’implementazione di asset digitali.
L’interesse nei confronti delle monete digitali per pagamenti internazionali appare confermato dallo stesso presidente russo Putin che ha riconosciuto il potenziale delle criptovalute per trasferire fondi a livello globale, pur ammettendo che “appare troppo presto” per il loro utilizzo per trasferire fondi a livello globale.