TANZANIA E NIGERIA SULLA SCIA DI EL SALVADOR?

Ha destato clamore la notizia di settimana scorsa proveniente dall’America centrale dove, con l’approvazione del decreto presidenziale avvenuta con il 74% dei votanti, il Parlamento di El Salvador ha reso efficace la legge che rende Bitcoin una moneta a corso legale nel paese.

Il piccolo e non certamente ricco stato centroamericano è diventato ufficialmente il primo a riconoscere la criptovaluta, regina del mercato, come currency a tutti gli effetti. Non andrà però a sostituire il dollaro USA, ma ad affiancarlo.

Bitcoin nel Paese avrà corso forzoso, obbligando di fatto tutti ad accettarlo come  come mezzo di pagamento.

Si accennava alla possibilità che l’esempio di El Salvador potesse essere copiato da altre nazioni e alcuni paesi africani sembrano propensi a dar seguito all’iniziativa del presidente centroamericano Bukele.

In Tanzania il presidente del Paese Samia Suluhu Hassan ha infatti dato indicazioni alla Banca Centrale affinché si prepari a facilitare l’accesso al mondo delle criptovalute e al relativo utilizzo nel paese.

Come El Salvador, la Tanzania ha infatti una larga fetta della popolazione che non ha accesso a servizi bancari ma, ad esempio, a smartphone o ad altri dispositivi per la navigazione in internet. Dispositivi che sono più che sufficienti per operare con le criptovalute.

Altro Paese dove la moneta digitale ha trovato sempre molti sostenitori risulta essere la Nigeria, dove le rimesse in denaro copiosamente ricevute dai cittadini emigrati non avvengono più con gli strumenti canonici che risultano obsoleti e hanno determinato un calo del 98% preferendo l’utilizzo di BTC per questo scopo.

Potrebbe essere questo un buon motivo per introdurre la regina delle crypto accanto alla Naira nigeriana (NGN) che negli ultimi 5 anni ha perso il 50% del proprio valore rispetto al dollaro USA.

L’evoluzione va avanti e sembra un paradosso che siano i paesi meno ricchi a volerne approfittare.