TUTTI GLI EXCHANGE SONO UGUALI, MA ALCUNI SONO PIU’ UGUALI DI ALTRI?

Tutti gli exchange sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri?

Uno scrittore non lontano idealmente dalla cultura cypherpunk e dai movimenti libertari che – fin dalle sue origini – l’hanno ispirata scriveva in un celeberrimo libro: “Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali di altri” (George Orwell – La fattoria degli animali, 1947).

Questa citazione sembra applicarsi bene a quanto recentemente accaduto all’exchange Binance – il principale al mondo in termini di volume giornaliero di scambi –.

Nonostante vi siano aree dell’ecosistema crypto che richiedono regole dai contorni più precisi, nonostante gli operatori del settore non necessitino di corpus normativi vetusti ma di regimi pilota che incentivino la sperimentazione e l’evoluzione tecnologica e di paradigma, vi sono oramai dei punti fermi accettati dai principali operatori del mercato: uno strumento finanziario, a prescindere dal fatto che sia veicolato attraverso tecnologia blockchain o meno, attrae inevitabilmente la disciplina del diritto dei mercati e degli intermediari finanziari (a riguardo, si veda, da ultimo, anche la proposta legislativa avente per oggetto l’emanazione di un Regolamento Europeo sui Mercati di Cripto-attività (“Regulation on Markets in Crypto-assets” o anche “MiCA”)).

Tuttavia, questa linea che i più seri operatori del mercato sapevano non poter varcare senza conformarsi ai presidi previsti dal diritto dei mercati finanziari, è stata oltrepassata proprio da Binance (ma anche da altri exchange più o meno noti a livello locale ed internazionale). Oltre a permettere ai suoi utenti di operare a leva – operazione finanziaria consigliabile solo a trader professionisti – Binance ha offerto anche strumenti finanziari derivati nelle rispettive sezioni del sito “Derivatives” e “Stock Token”. Ovviamente, ciò non poteva che destare l’attenzione delle autorità di vigilanza.

Seppur con ritardo rispetto ad altri regolatori internazionali e nonostante le segnalazioni già pervenute negli scorsi anni, la nostra autorità di vigilanza rivolta alla tutela degli investitori, all’efficienza, alla trasparenza e allo sviluppo del mercato mobiliare italiano, Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (“Consob”), in un comunicato rilasciato proprio ieri[1], 15 luglio 2021, ha evidenziato che “ai sensi dell’art. 7-octies, co. 1, lett. a), del Tuf, Consob rende pubblica la circostanza che il “Gruppo Binance” e le Società che lo compongono non sono autorizzate a prestare servizi e attività di investimento in Italia, nemmeno tramite il sito www.binance.com le cui sezioni denominate “Derivatives” e “Stock Token”, relative a strumenti correlati a criptoattività, sono risultate in precedenza redatte anche in lingua italiana”.

Alcuni commentatori hanno cercato di minimizzare la notizia o, più correttamente, di precisare che il comunicato ha il mero intento di avvisare i potenziali investitori dei rischi connessi con tali strumenti e della mancanza di licenze affinché Binance possa operare in Italia offrendo tali particolari strumenti. Per quanto ciò non costituisca una interdizione nei confronti dell’exchange nel proseguire le altre sue attività commerciali, rammentiamo al lettore che qualora venga verificato che il Gruppo Binance ha prestato servizi e attività di investimento in Italia in regime di abusivismo, ciò potrebbe integrare il reato di abusivismo di cui all’articolo 166 del Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (TUF), punibile, inter alia, da uno a otto anni di reclusione.

Tale presa di posizione dell’autorità di vigilanza italiana è solo una di una recente lunga serie di interventi dei supervisory body a livello mondiale nei confronti di questo exchange.

Lo scorso giugno, l’autorità di vigilanza nipponica, Financial Services Agency (FSA), ha emesso nei confronti di Binance il suo secondo avvertimento negli ultimi tre anni ribadendo che la società non è registrata in Giappone[2] per svolgere determinati servizi. Parimenti, la Financial Conduct Authority (FCA) del Regno Unito ha vietato a Binance Markets Limited (un’entità giuridica britannica appartenente al Binance Group) di svolgere qualsiasi “attività regolamentata” nel paese. I clienti possono ancora comprare e vendere criptovalute sul sito web della società madre, ma non possono commerciare con i derivati emessi da Binance, in quanto strumenti soggetti alla regolamentazione finanziaria – di fatto, la FCA ha anticipato integralmente il contenuto dell’autorità italiana ed i più attenti osservatori sapevano che l’intervento italiano era imminente – [3].

Ma i problemi per Binance erano iniziati ancor prima in un’altra piazza finanziaria molto importante per il mercato crypto europeo. Lo scorso aprile, il regolatore tedesco, Federal Financial Supervisory Authority (Bafin), aveva dichiarato che sembrava non esserci alcun prospetto informativo sul sito web dell’exchange per le emissioni di MicroStrategy, Tesla e Coinbase. Ciò costituisce infatti una violazione della normativa europea che potrebbe portare Binance, in qualità di emittente, ad essere multata per un importo di 5 milioni di euro o il 3% del fatturato dello scorso anno[4].

Per completezza, infine, segnaliamo come non solo Binance sia stata attenzionata, ma anche altri exchange che offrivano servizi ed attività di investimento alla loro clientela sono stati, sono e saranno vigilati con grande attenzione. Infatti, anche nella provincia canadese dell’Ontario, Binance ha scelto di interrompere le prestazioni di servizi e attività di investimento piuttosto che incontrare la sorte di altri exchange (seppur di dimensioni inferiori) che erano già stati sanzionati proprio per la violazione del diritto del mercato mobiliare dell’Ontario[5].

Ciò che emerge da questa breve disamina è che, al crescere del fenomeno crypto nei suoi volumi ma anche nella sua rilevanza sociale, le autorità di vigilanza non sono più disposte a tollerare condotte ai limiti della legalità da parte di alcuni operatori del mercato crypto. Tutti gli operatori dell’ecosistema che hanno agito fin ora nella ‘zona grigia’, sono ora invitati a ripensare i loro modelli di business e le loro offerte commerciali, per essere innovatori e al contempo credibili interlocutori con le autorità per un armonico sviluppo dell’ecosistema crypto.

In conclusione, da sempre, il Consorzio è in prima linea nel perseguire un dialogo costruttivo coi regolatori e le autorità di vigilanza e di polizia sia Italiane che Europee. Abbiamo diversi tavoli di lavoro aperti sia in Italia che in Europa volti non solo a promuovere la nostra industria, ma a garantire anche un corretto recepimento delle normative che non penalizzi il nostro settore, ma, in questa occasione, non possiamo che plaudere all’intervento delle autorità di vigilanza. Se esiste una normativa a tutela degli investitori che prevede rigidi requisiti per la emissione di strumenti finanziari, non si vede perché il solo utilizzo di token (e relativa tecnologia sottostante) debba esonerare tale emittente dai relativi obblighi. Un approccio neutrale dovrebbe far si che al presentarsi degli stessi rischi, si debbano applicare le stesse norme e presidi. Inoltre, una concorrenza leale fra i prestatori di servizi nel mercato crypto vorrebbe che tutti gli operatori fossero sottoposti alle stesse regole, proprio per non ricadere in quelle dinamiche di potere e di abuso del potere già magistralmente descritte da Orwell.

Sembrerebbe proprio che per gli ‘exchange più uguali degli altri’, il loro status di ‘primus inter pares’ venga posto fortemente in discussione dai regolatori di tutto il mondo.

Autore: Andrea G. P. Berruto

[1] Consob,<https://www.consob.it/web/consob/dettaglio-news/-/asset_publisher/hZ774IBO5XPe/content/avviso-a-tutela-dei-risparmiatori-sul-gruppo-binance-15-luglio-2021-/10194>, 15/07/2021.

[2] FSA, Unregistered crypto asset exchange operators, <https://www.fsa.go.jp/policy/virtual_currency02/Binance2_keikokushilyo.pdf>; <https://www.nasdaq.com/articles/japans-financial-services-regulator-issues-binance-warning-2021-06-25>, 25/06/2021.

[3] FCA, Consumer warning on Binance Markets Limited and the Binance Group, <https://www.fca.org.uk/news/news-stories/consumer-warning-binance-markets-limited-and-binance-group>, 26/06/2021.

[4] Bafin, Binance Deutschland GmbH & Co. KG: Hinreichend begründeter Verdacht für fehlende Prospekte, <https://www.bafin.de/SharedDocs/Veroeffentlichungen/DE/Verbrauchermitteilung/weitere/2021/meldung_210428_binance_deutschland.html>, 28/04/2021. L’autorità tedesca è stata alquanto esplicita in merito: “BaFin ha motivi per sospettare che Binance Germany stia vendendo strumenti finanziari in Germania sotto forma di ‘token azionari’ senza offrire i prospetti necessari […] Si prega di tenere presente che gli investimenti in strumenti finanziari dovrebbero sempre essere effettuati solo sulla base delle informazioni necessarie”.

[5] Coindesk, Binance Pulls Out of Ontario Following Actions Against Other Crypto Exchanges, <https://www.coindesk.com/binance-pulls-out-of-ontario-following-actions-against-other-crypto-exchanges>, 28/06/2021.